domenica 17 novembre 2013
Panorama di una nuova vita
Mi siedo sulla panchina di legno, su quest’ansa di strada sterrata che dalla vecchia dogana scende al canale. Da qui si domina tutto, si ha una visuale impagabile. E’ da molto che non mi fermavo qui ad ammirare il paesaggio, come è cambiato anche se nulla è mutato realmente, solo la stagione. L’aria oggi è tiepida, anche se non dovrebbe esserlo, forse un regalo che ricevo dal destino prima dell’inverno. In lontananza intravedo impettita la sagoma del Monte Rosa, ornato fino ai piedi da drappi d’avorio, ai fianchi di quella maestà tutta la sua corte risalta vestita con le stesse gelide stoffe, che sempre tutto mutano; almeno fino a tarda primavera. In basso, ai miei piedi, laddove imperava l’intenso verde di robinie e querce, ora ombre scure già avvolgono rami semispogli, anche se il meriggio è solo all’inizio. Qualche macchia d’ocra e d’oro ambrato ancora dona frammenti e tonalità di colore alla valle che procede al letargico riposo. Sfila tra i rami un serpente d’argento, visibile solo a tratti, nasconde le sue spire ora quiete il Ticino. Filamenti e velature d’umidità, danzanti fantasmi, innalzatisi dalla terra giungo al cielo. S’impregnano di un giallo pastello, creando giochi di luce che ingannano l’occhio, facendosi credere un antico dipinto. Quale fievole gioia ripone questo piccolo scorcio nel mio cuore malinconico, che tanto si strugge al calore d’un ricordo da sembrare quella piccola lucertola, in estasi al calore d’un timido raggio. Un profumato respiro e un intenso sospiro hanno fattezze di ringraziamento, a chi non lo so, ma che mia ha concesso, più che la fortuna di vedere un posto del genere, la sensibilità di poterlo apprezzare. Prima di alzarmi e tornare volgo lo sguardo al mio fianco. Nella carrozzina incontro il dolce e acerbo volto dell’ultima mia bimba, nata da solo dieci giorni…..e provo nuovamente le medesime sensazioni. Camòrs, Tornavento lì 16-11-2013
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