Nella molteplicità dei
titoli, in un’immensa biblioteca alpina, esiste una salita che per atavica
fattezza risulta essere particolarmente importante. E’ complessa, intensa ed al
contempo accessibile a tutti. E’ là, solitaria, di gran spolvero, in bella
mostra. Ha una linea elegante e preziosa, ed è laggiù appartata, investita di
tutti gli onori ma condannata a raccogliere, alla meglio, blasonata polvere.
Ogni tanto un fugace sguardo curioso s’avventura e accarezza quelle pieghe di
roccia, ove si scorge un sussulto di fatica. Un impegno diverso però ne
contraddistingue lo sviluppo: silenzioso, nascosto, intimo. L’uomo la rifugge,
quasi con timore, non coglie più il senso delle cose fatte per se stessi,
solamente per una propria crescita, non sventolate, non condivise. Per ragioni
ancestrali le difficoltà sono celate alla vista d’un obiettivo lontano, non si
notano, anzi, nemmeno si scorgono. Dal piede del monte appare addirittura una
salita banale, scontata, facile. Eppure pochi sono quelli che si sono cimentati,
ed ancora meno quelli che sono riusciti a salirla davvero. Ma la voce s’è
diffusa velocemente e allora piuttosto che incastonare una sconfitta nell’oro
della nostra vita, meglio desistere, rinviare, appigliarsi ad instabili
protuberanze per giustificare una rinuncia.
Quella parete si chiama
Pasqua, qualcuno la chiama Resurrezione. E’ situata sulle verticalità di un
monte misterioso, per certi versi in vita inarrivabile. Io la chiamo
semplicemente Consapevolezza, e forse è l’unica parete che nella vita sarebbe
necessario attaccare per avvinghiarne la roccia con tutta la veemenza che
risiede nelle proprie forze. Tentare e ritentare, provare e riprovare; senza
imbarazzi, timori reverenziali o inganni. Non importa lo stile, inefficace ogni
sorta di tecnica. Qui si vince con l’arma del cuore, con il potere dell’umiltà
d’animo, per raggiungere la meta ambiziosa di un paesaggio senza eguali.
L’unica ascesa, a dispetto d’altri luoghi più elevati, che regala il panorama
più maestoso solo a chi lo sa osservare dentro se stesso.
Un augurio di buona Pasqua
a tutti, alla mia maniera, e di una serena scalata…………
Camòrs
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