La poesia alpinistica
Possiamo
considerare la poesia alpinistica come una corrente letteraria specifica
di promozione e divulgazione dei sentimenti scaturiti dall'attività e dalla
frequentazione degli ambienti alpini o genericamente montuosi. Infatti, anche
se la nomenclatura circoscrive l'alpinista a scalatore di pareti appartenenti
alla catena Alpi, ciò non deve precludere la poesia scaturita dalle attività
svolte presso altre catene montuose. La poesia alpinistica differisce dalla
poesia naturalistica dal senso intrinseco dei suoi versi. Lo scopo di tali
opere è quello infatti di utilizzare ogni cosa, fisica e metafisica, circondi
il salitore nelle sue ascese portando alla luce i passi,le riflessioni e gli
spunti verso una catarsi spirituale di chi compie l'ascesa. La descrizione dei
luoghi o dei sentimenti provati ha come unico utilizzo quello di essere
appiglio o base di slancio per una salita interiore più ardua e complessa. Per
tali motivi in questa corrente non possono trovare spazio le cronache alpinistiche,
così come la poesia descrittiva o naturalistica,tutto ciò che in sintesi ha uno
scopo di promozione o di descrizione ambientale. Le poesie non sono
necessariamente vincolate da alcun dettame tecnico, libere o cadenzate da
metrica, assoggettate o meno alla rima. Libertà di evoluzione e di percorso
nella sintesi finale di una vetta assai più elevata di quelle terrene, proprio
come in parete. Concettualmente affine nei significati alla filosofia di
scalata purista detta “In stile alpino” dove si contraddistinguono e
sottolineano i valori di umiltà e rispetto verso l'uomo e la montagna, di
accettazione dell'umana fisicità e sfida al proprio limite basandosi su un
elevato valore morale di onestà, sia intellettuale che spirituale. Emergono
così sentimenti di profondo rispetto e armonia con il mondo e con il proprio
essere, messi alla prova da prove di fatica e coraggio nell'affrontare le paure
ataviche della sofferenza e dell'ignoto. Si elevi allora l'animo per giungere
lassù, dove lo sguardo raggiunge l'orizzonte, il cuore sconfina oltre e l'anima
spicca il salto per immergersi nell'infinito.
L'attesa
dei mughi
S'accalca,
al piè della parete
di
mughi il gordian groviglio,
in
attesa, sull'altar d'un prete
ch'è il
sol, nel vestir vermiglio.
Capi al
ciel, in lunga veglia
che
luce anneghi l'oscuro limbo,
la
speranza s'appresti sveglia
mentre
il cor, a quel di bimbo.
Stefano
Camòrs Guarda
13
Settembre 2015
Nessun commento:
Posta un commento