venerdì 20 dicembre 2013

Buon cinico Natale



Buon cinico Natale

M'abbruto appesantito
all'esequie del meriggio.
Perduto in fumi di pensiero,
balzanti, come luci a natale.
Lo spettro d'una festa,
avidamente ambita
e poi
lentamente umiliata
sul giogo degli anni.
Invidio i frammenti
tra risate di giochi,
di serena felicità.
Ambisco alle profondità
degli occhi di quei bimbi,
ma discosto per vertigine.
Mai più mendace racconto
fu tanto ricercato dai giusti.
S'aggrappa il gelido cor
all'infame ricordo,
avvinghia rovinoso l'idea
di tal gioia o magia;
che quando si prova
nulla s'avverte,
e quando s'ha ragione
nulla si prova.
Ringrazia dunque,
fanciullo,
non del giorno Santo,
donato dai secoli alla storia,
ma che l'animi che t'attornia
sian di fatto commedianti.
M'attosco
nel torpore di limbo,
in sonno di noia.
Fortuna vuole che il domani,
è già nuova attesa.


Camòrs



Nella presente poesia non è presente alcun riferimento alla religione, ma solo all'aspetto economicamente più consumistico e consolidato di un'opulenta, arrogante ed autolesionista ambitudinarietà moderna.

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