mercoledì 17 settembre 2014

Orizzonte limpido


Raggiungo la cima, per sentieri ripidi ed esposti, che spesso s’affacciano a pareti da salire con le forza delle dita, con le punte dei piedi, con la mente. Le mani accarezzano la pietra per trovare rughe e intagli dove ancorarsi, i piedi si torcono, fino ad assumere forme innaturali per spingere il peso del corpo.
La fatica, lo sforzo a volte come in questo caso, dopo quasi undici ore, lo sfinimento.
Ma perché ci ostiniamo a fare questo, anzi ambiamo a farlo e rifarlo all’infinito?
Per un unico istante, un momento che dura il tempo di un respiro, ma che non si perderà più, mai più.
Ad ognuno si rivela in maniera differente, ma si rivela sempre.
Non importa la quota, non importa la difficoltà o la latitudine.
Il ricordo di quel momento crea sempre qualcosa, un’emozione o un intenso ricordo; a me personalmente, quasi sempre una poesia:

Orizzonte limpido

Il sentiero è tortuoso
ripido,impervio;
un vero serpente.
M'inietta nel sangue
l'unico veleno lui concesso,
atavica fatica.

Ne scopro,
passo dopo passo,
i tormenti
e la voglia di resa.
La mente è più forte,
il corpo non ha scampo
e cede conciliante
all'ascetico cammino.

Raggiungo la vetta,
pulito nell'animo,
lavato da sforzo
e trovo
una piccola statua
di devozione umana.

Mi raccolgo annebbiato
da muta orazione,
all'alzar lo sguardo, però,
un nuovo orizzonte
appare sereno.

Invito chiunque quassù,
incurante della sua religione, 
per socchiudere gli occhi
e insieme richiedere
solo pace e rispetto,
a un qualsiasi Dio.

Il resto poco conta,
la volta è troppo estesa
per aver l'arroganza di capirla.
Tutto il resto è baratro,
quanto resta,
è solo valle nebbiosa.

Camòrs

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