mercoledì 16 settembre 2015

La poesia alpinistica

La poesia alpinistica

Possiamo considerare la poesia alpinistica come una corrente letteraria specifica di promozione e divulgazione dei sentimenti scaturiti dall'attività e dalla frequentazione degli ambienti alpini o genericamente montuosi. Infatti, anche se la nomenclatura circoscrive l'alpinista a scalatore di pareti appartenenti alla catena Alpi, ciò non deve precludere la poesia scaturita dalle attività svolte presso altre catene montuose. La poesia alpinistica differisce dalla poesia naturalistica dal senso intrinseco dei suoi versi. Lo scopo di tali opere è quello infatti di utilizzare ogni cosa, fisica e metafisica, circondi il salitore nelle sue ascese portando alla luce i passi,le riflessioni e gli spunti verso una catarsi spirituale di chi compie l'ascesa. La descrizione dei luoghi o dei sentimenti provati ha come unico utilizzo quello di essere appiglio o base di slancio per una salita interiore più ardua e complessa. Per tali motivi in questa corrente non possono trovare spazio le cronache alpinistiche, così come la poesia descrittiva o naturalistica,tutto ciò che in sintesi ha uno scopo di promozione o di descrizione ambientale. Le poesie non sono necessariamente vincolate da alcun dettame tecnico, libere o cadenzate da metrica, assoggettate o meno alla rima. Libertà di evoluzione e di percorso nella sintesi finale di una vetta assai più elevata di quelle terrene, proprio come in parete. Concettualmente affine nei significati alla filosofia di scalata purista detta “In stile alpino” dove si contraddistinguono e sottolineano i valori di umiltà e rispetto verso l'uomo e la montagna, di accettazione dell'umana fisicità e sfida al proprio limite basandosi su un elevato valore morale di onestà, sia intellettuale che spirituale. Emergono così sentimenti di profondo rispetto e armonia con il mondo e con il proprio essere, messi alla prova da prove di fatica e coraggio nell'affrontare le paure ataviche della sofferenza e dell'ignoto. Si elevi allora l'animo per giungere lassù, dove lo sguardo raggiunge l'orizzonte, il cuore sconfina oltre e l'anima spicca il salto per immergersi nell'infinito.


L'attesa dei mughi

S'accalca, al piè della parete
di mughi il gordian groviglio,
in attesa, sull'altar d'un prete
ch'è il sol, nel vestir vermiglio.

Capi al ciel, in lunga veglia
che luce anneghi l'oscuro limbo,
la speranza s'appresti sveglia
mentre il cor, a quel di bimbo.


Stefano Camòrs Guarda

13 Settembre 2015


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