giovedì 4 aprile 2013

Alpe mistica




Sali, carezzando la roccia, anima mia.
Allunga le mani al cielo
e abbraccia la pietra tagliente.
Odora il profumo di polvere
e d'erbe tenaci.
Stupisciti, nel mutare di forme,
da ombre distese alla forza del vento.
Alzati, gustando lo sforzo,
da sapide gocce, ornato sul volto.
Eleva il tuo essere
oltre l'effimero mare di nubi.
Abbandona ogni esile logica
in coltri di neve e perditi,
smarrisci lo sguardo
ai confini dell'orizzonte.
Affida le picche al ghiaccio
e fonditi all'eterno cristallo. 
Lasciati confondere
dalle mille voci del silenzio
e libera all'aere i petali della vita.
Questa è l'alpe mistica,
cantata dai nostri avi,
ammutoliti al bivacco stellato,
slanciando lo spirito al vuoto.
Ogni istante vissuto in tale armonia
diventerà un appiglio, una presa,
là, alla fine della valle.
Davanti all'ultima parete,
quella che si scala senza corde,
dispersi nei colori del tramonto.
Ripida e vergine d'umani archibugi, attende,
silenti salitori d'ogni dove e quando;
all'unica cima,
verso la sola vetta,
che allieta la vista negli occhi di Dio.


Camòrs

Nessun commento:

Posta un commento